Intervista a Matteo Galbignani: Seri-Art verso nuovi mercati

Proseguono le interviste al nostro team e in questa nuova puntata incontriamo Matteo Galbignani,  Sales & Marketing Manager di Seri-Art, un ruolo strategico e una presenza fondamentale in azienda, con un rapporto di lungo corso con la serigrafia, che risale agli anni dell’infanzia e adolescenza: sulle orme e a fianco del nostro fondatore Valter Galbignani, Matteo ha iniziato veramente molto presto a conoscere e ad appassionarsi al nostro lavoro…

 

Matteo, ti ricordi la prima volta in cui hai visto un telaio serigrafico? 

Diciamo che più del ricordo del primo telaio serigrafico ho ancora impressa nella memoria la prima volta che mio padre mi portò in azienda.
In quel periodo Seri-Art produceva diverse etichette per Mattel, colosso del giocattolo ancora in auge, e la prima cosa che mi mise in mano fu una delle nostre etichette applicate su un giocattolo. Ricordo che  esclamai “Ma facciamo etichette per i giocattoli?” E mio padre rispose “Non solo…”.
Immaginate un bambino che ha la possibilità di conoscere in anteprima, tramite le etichette adesive, tutti i nuovi giochi che migliaia di bambini avrebbero trovato nei negozi da lì a pochi mesi… Un vero e proprio paese dei balocchi! 

Ho tantissimi ricordi d’infanzia che mi legano all’azienda: intere estati, dopo la fine dell’anno scolastico, a togliere i fogli adesivi dalla macchina da stampa, l’imbustamento di migliaia di etichette in sacchetti di plastica o le giornate intere a “spulciare” materiale per poter arrivare al prodotto finito.
Il “lavoretto estivo” dell’adolescenza, per me consisteva proprio nello stare in azienda e lavorare insieme a mio padre e a tutti i dipendenti dell’azienda.

Quali aspetti gestisci all’interno dell’azienda? 

Dopo la laurea in marketing, ho voluto compiere un’esperienza professionale al di fuori di Seri-Art in una realtà aziendale che offriva un servizio di check-up per le aziende in crisi, parliamo del 2008/2009. 

Dopo questo percorso, sono entrato in Seri-Art, come una figura finalizzata allo sviluppo della nostra presenza in nuovi mercati e alla creazione di nuovi contatti commerciali. Tutt’ora mi occupo principalmente del commerciale, ruolo fondamentale per poter creare valore aggiunto e ampliare sempre di più la nostra rete di collaborazioni in diversi settori  merceologici.
Ovviamente, essendo la nostra una realtà imprenditoriale famigliare e avendo la responsabilità di portare avanti il “testimone” che pian piano mio padre mi sta lasciando, dedico grande attenzione anche a tutti gli aspetti gestionali ed economico-finanziari. 

 

Qual è stata la soddisfazione più bella, in questi anni di lavoro in Seri-Art? 

Non so se si possa chiamare soddisfazione, ma sicuramente gli anni del mio ingresso in azienda, fortemente segnati dalla prima grossa crisi economica del 2009, sono stati per me una vera e propria palestra di vita lavorativa, perché la situazione richiedeva un approccio determinato e concreto e forse, grazie anche alla mia attitudine risoluta, sono riuscito a farmi accettare da tutto lo staff di Seri-Art come una figura di riferimento e non solo come “il figlio del capo”.  

 

Che cosa ti appassiona, del tuo lavoro?

TUTTO! Lavoro in un’azienda che mi offre l’opportunità di relazionarmi ogni giorno con interlocutori, settori e mercati differenti: passiamo dal produrre etichette adesive per giocattoli, che vanno nelle mani di tutti i bambini del Mondo, al produrre kit su materiali adesivi stampati che decorano le motociclette prodotte da case motociclistiche di livello internazionale, poi dal parlare con il responsabile acquisti per un progetto di rilancio nel settore GDO per l’allestimento di punti vendita, al responsabile qualità nel settore ciclismo per un progetto di un nuovo casco da bicicletta

Questa versatilità e la fortuna di collaborare con partner di altissimo profilo in svariati ambiti rende il lavoro una vera passione!

 

Qual è il tuo motto, sul lavoro e nella vita di tutti i giorni? 

Non ho nessun motto a cui ispirarmi, ma posso dire che questa pandemia, questo tempo vissuto in una situazione surreale e terribile, mi ha fatto scoprire una caratteristica che pensavo di non avere, la resilienza.
Ci sono stati momenti durissimi ma siamo stati in grado di modificarci, di non romperci. Perché uno dei significati di resilienza è “Capacità di un materiale di assorbire un urto senza rompersi” e mi identifico molto in questo tipo di reazione alle avversità!